Questa mattina ho preparato una quindicina di telaini da nido con foglio di cera nuova da inserire negli alveari per il ricambio sanitario dei favi vecchi. Durante la visita settimanale potrebbero essere necessari sia per ricambio sia per allargare le famiglie che pensavo di aver ristretto a settembre.
Nei primi 5 alveari non è stato necessario alcun intervento in quanto sono già pronti per il melario. Si vede nei telaini laterali l’inizio del raccolto di miele, sono fioriti i susini selvatici e qualche fiore di prato. Si poteva sostituire qualche favo vecchio ma avrebbero consumato troppe scorte per costruire i nuovi fogli cerei, con il rischio di farle andare in crisi nel caso di improvvisi e imprevedibili ritorni di freddo. Questa valutazione non è facile, anche dopo tanti anni di apicoltura ci si pone il dubbio: ho fatto bene? anche se poi l’esperienza in effetti giova e le scelte sono quasi sempre giuste. Queste famiglie non le avevo ristrette perché sono troppo cattive. Ma produttive e sane, di questi tempi duri per le api non si può essere schizzinosi. L’importante è sopravvivere, anche se perigliosamente. La natura non fa sconti a nessuno, animale o uomo. Non ho messo il melario per consentire un primo accumulo di scorte e per tenere calda la prima grande covata. La prossima domenica sarà mettere gli alveari a nido ristretto e con melario. Freddo o non freddo, malgrado il rischio bisogna farlo perché in caso di ritardo ci troveremmo il nido intasato dal miele con grande difficoltà nella visita.
Non c’erano spazi vuoti in questi cinque alveari, ho visitato parzialmente i nidi, fino a verificare la presenza di covata femminile. I favi naturali dell’anno scorso sono tutti pieni di fuco negli alveari mentre nei nuclei sono stati prediletti per la nuova covata di operaia. Avere tanti favi di fuco va bene per la riproduzione ed anche per scaldare la covata, ma si può fare solo in poche famiglie scelte, averli in tutte crea alcuni problemi: dicono che causi maggiore infestazione da acaro varroa, su questo non sono del tutto sicuro, invece si sperimenta minore disponibilità di favi di covata femminile in sovrannumero che sono ottimi per creare le nuove famiglie e rinforzare quelle deboli ed in particolare i nuclei. I favi nudi li ho dovuti inserire a primavera perché nel 2020 la crisi covid ha causato la mancanza in commercio di fogli cerei fino all’estate, quando non servivano più. I nuclei in particolare hanno patito un grave ritardo nello sviluppo dovendosi costruire anche l’alveare da zero, qui in pianura friulana dove in maggio e giugno non trovano nettare. Solo gli alveari forti hanno costruito completamente i favi nudi. Anche tre ad alveare in meno di una settimana.
I nuclei sono ancora abbastanza indietro e bisogna tenerli d’occhio per le scorte. Anche l’ultimo alveare in fondo ai nuclei è stato sprecone ed ha poche scorte. L’ultimo nucleo è con covata spettacolosa, devo stare attento, a breve dovrà essere trasferito in un’arnia ma per ora lo lascio al caldo nel polistirolo, a lui ho messo un foglio cereo, perché a momenti partirà la vertiginosa covata primaverile. Ricordare sempre che da maggio in poi dove ho le api io, sono apicoltore hobbista stanziale, non ci sono grandi fioriture e le api non costruiscono più favi nuovi.
Giornata soleggiata ma freschina e ventosa. Ho lavorato sulle api dalle 11.00 alle 13.30.